Maria Teresa Fabris

MOSTRE PERSONALI PIÙ IMPORTANTI:
. Ponte nelle Alpi 2016
. Preganziol (Tv) 2015
. Galleria Vierraumladen - Berlino 2014
. Espace Kameleon - Parigi 2013
. Emau Art - Preganziol 2012
. La telaccia - Torino 2012
. Palazzo Scotti - Treviso 2009

RASSEGNE COLLETTIVE PIÙ IMPORTANTI:
. Arte Vicenza 2017
. Made in .. Art Gallery - Venezia 2016
. Ambasciata repubblica Iraq - Santa Sede - Roma 2014
. Biennale della creatività - Verona 2014
. 5a Biennale d'Arte di Montecarlo 2012
. Salon Art Shopping - Carrousel du Louvre 2011
. Scoletta di San Zaccaria - Venezia 2011
TESTIMONIANZE CRITICHE DI:
. Aldo Maria Pero
. Daniel Buso
. Gabriella Niero
. Giorgio Pilla

Teresa Fabris nasce a Campagna Lupia (Ve)nel  1954

Dopo aver dedicato un lungo periodo della sua vita alla musica ed allo
spettacolo, scopre le opere di Kandinskji, Monet e Van Gogh e si
avvicina al mondo dell'arte, rimanendone incantata.

Artista informale e creativa, sempre alla ricerca di un continuo
perfezionamento e di un pizzico di innovazione, dopo aver dipinto
delicati paesaggi ad acquerello, trova nella pittura astratta il suo
punto fermo, mai tralasciando tuttavia la sperimentazione attraverso
l'uso di varie tecniche personali

ALCUNI CENNI CRITICI:
. al di là dei sogni, perchè la caratteristica essenziale del suo
stile, questo prendere per mano lo spettatore, che davanti
all'immagine si barcamena in una sorta di riconoscimento dell'immagine
e la ricerca di questo al di là, è lo sforzo richiesto allo
spettatore stesso che cerca nell'al di là un significato che
l'artista non ha rappresentato direttamente. le immagini che crea sono questi segni aleatori, queste sagome costruite attraverso la china e l'acquerello, e, lo spunto figurativo, iconografico, di queste opere deriva da una folgorazione, cioè l'artista vede un frammento di realtà, se ne lascia incantare, lascia
che la sua sensibilità venga permeata da questa immagine e da questa
esperienza e poi la traspone attraverso un'astrazione

. sono immagini molto delicate, questa è l'impressione superficiale,
molto schezose, che, in certi casi, possono rappresentare diverse
realtà iconografiche a seconda di come noi ci approcciamo all'opera.